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Metaverso: standardizzazione in corso 🚧

metaverso: standardizzazione in corso

Cos’è il Metaverso? Un mondo virtuale? Come funziona? Come si entra? Come si investe nel Metaverso? Domande a raffica e risposte ancora oscure… ma solo per ora!

Nella corsa al Metaverso emerge la volontà comune di definire degli standard per rendere il Metaverso “interoperabile”. Con questi obiettivi nasce il primo consorzio, il Metaverse Standard Forum, a cui hanno aderito i più importanti nomi dell’industria tecnologica.

Ma da dove nasce la necessità di fare il punto della situazione, adottare delle regole comuni anche nella realtà virtuale, e chi sono i player coinvolti nel processo? Scopriamolo insieme!

Il Metaverso, che cos’è?

Il Metaverso è parte integrante del nostro futuro tecnologico. Oggi, lo si può perlomeno definire come un universo 3D che esiste parallelamente al mondo fisico.

Ci si entra attraverso un dispositivo, come computer, smartphone, visori VR, o tramite sistemi di realtà aumentata – è vero – ma per molti aspetti è uno specchio del mondo fisico: si possono scoprire nuovi posti, incontrare persone, persino fare shopping tramite cripto valute. 

In un mondo tutto digitale rimangono alcune aree grigie che un processo di standardizzazione aiuterebbe a regolamentare. Prendiamo in considerazione ad esempio l’interoperabilità, ossia la capacità di muoversi nei diversi metaversi mantenendo la propria identità essenziale. 

Mantenere l’identità in ogni ambiente e realtà del metaverso significa essere riconosciuto come persona, con dei diritti e doveri, come succede nel mondo reale. Significa anche avere un portafoglio protetto e spendibile ovunque.

Per essere più chiari: è necessaria se ti vuoi spostare da un metaverso ad un altro con lo stesso avatar, magari indossando la stessa fighissima t-shirt che ti è costata fanta-criptoni.

Senza interoperabilità, ci sono soltanto realtà indipendenti e isolate, regolate da proprie leggi e modalità, come accade oggi.

Su questo si basa gran parte della discussione del Metaverse Standards Forum: come rendere possibile una comunicazione efficace e coerente tra i metaversi – vitale per stabilire lo sviluppo futuro del Metaverso.

Chi partecipa al Metaverse Standards Forum 

L’iniziativa ha preso il via grazie all’impulso di 33 aziende, non tutte strettamente collegate all’industria tech. Tra esse spiccano i nomi di Meta, Alibaba, Adobe, Microsoft, Sony, Huawei, Epic Games, Ikea, Unity, e Qualcomm.

Il consorzio è aperto: qualsiasi impresa o organizzazione può far richiesta di adesione, senza alcun costo. Dai 30 iscritti delle prime riunioni operative di inizio luglio, il forum è già cresciuto esponenzialmente, contando oltre 1.500 partecipanti come indicato sulla piattaforma. A dirigere c’è Khronos Group, l’organizzazione no-profit e le altre 150 aziende che ne fanno parte, che gestisce e sviluppa gli standard aperti di molte tecnologie oggi utilizzate, come OpenGL o Vulkan.

L’agenda è fitta e prevede hackathon e strumenti open source per definire una terminologia coerente e prototipazione col fine di definire delle linee guida di implementazione.

Non tutte le aziende che hanno annunciato di voler lavorare sul Metaverso, hanno però aderito al Metaverse Standards Forum… Apple ancora manca all’appello!

Mission del Metaverse Standards Forum

Il Metaverse Standards Forum ha il delicato compito di definire un linguaggio universale attraverso la definizione di standard hardware e software aperti per tutte le tecnologie che riguardano “connettività e spatial computing“. In sostanza, si rivolge a ciò che Neil Trevett, president di Khronos, definisce la connessione e l’interazione tra oggetti del mondo reale e mondi virtuali. Include il Metaverso, ma anche molte altre tecnologie, come i gemelli digitali, i videogiochi, la realtà estesa (XR) con AR e VR, le reti ubique, il NFT, la blockchain o ancora il 3D.  

Il Forum è definito un “luogo di cooperazione” che “non creerà gli standard in sé – precisa Trevett – ma coordinerà i requisiti e le risorse per promuovere la creazione e l’evoluzione degli standard all’interno delle organizzazioni di standardizzazione che lavorano nei settori pertinenti”. 

In altre parole, favorisce il principio di interoperabilità tra i prodotti di piattaforme e le aziende ed “evita la frammentazione tra innumerevoli device, software e piattaforme non compatibili tra loro”.

Che cos’è l’interoperabilità del Metaverso

La parola d’ordine, dunque, è interoperabilità. Perché è così fondamentale? Roberto Esposito, fondatore di Alterside, startup italiana che partecipa al consorzio, chiarisce: “Perché permetterà agli utenti di trasferire il proprio avatar, i propri beni digitali e le valute da un Metaverso all’altro indipendentemente dall’ambiente in cui sono stati creati”.

Rendere questo processo aperto permetterebbe alle aziende che stanno investendo nel Metaverso di unire le forze.

Per capire il valore di trovare soluzioni comuni basta guardarsi indietro, ripercorrendo la storia del web. Internet ebbe inizio in modo alquanto frammentato, prima di trovare nel 1989 un linguaggio comune nel World Wide Web. Questa tecnologia fu elaborata nell’ottica di poter condividere tra ricercatori documenti in formato elettronico indipendentemente dalla piattaforma informatica utilizzata, con il fine di migliorare la comunicazione e la cooperazione. 

Pensa anche alla condivisione delle immagini sul web: non è sempre stato così facile salvarle e condividerle tramite un semplice clic. La svolta arrivò quando un comitato di esperti creò il formato jpeg: abbastanza aperto e leggero per essere adottato in maniera capillare. Fu il primo standard internazionale di compressione dell’immagine digitale.

Uno standard di successo è così diffuso da far dimenticare che si tratti di uno standard“, ha spiegato a Wired US il presidente di Khronos, Neil Trevett. 

Qui entra in gioco uno dei progetti di Khronos: glTF. Distribuito per la prima volta nel 2015, questo standard aperto compete con altri formati 3D come i file Obj e Fbx. 

glTF, sarà il nuovo WWW e Jpeg?

Staremo a vedere.

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